Dalla galleria dei Santi

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Pura icona rigorosamente in bianco e nero

mercoledì 23 giugno 2010

A Pomigliano ha vinto la Fiat?


Un affrettato censimento dei vincitori e vinti nello scontro [sul Kampfplatz!] di Pomigliano - miseramente concretizzatosi in un referendum pilotato - sembra aver decretato la vittoria dei globalisti di Fiat, del boia Marchionne, del debosciato Elkann e dei potentati anglo-americani che gli stanno alle spalle.
Si dirada la nebbia attorno alla fumosa espressione "economia sociale di mercato", usata di recente dal menzognero Tremonti davanti a una platea di kapò - in quel grande campo di concentramento che sta diventando il lavoro dipendente in Italia - e di spregevoli sindacalisti gialli della CISL.
I vinti sarebbero gli operai campani di Pomigliano, la Fiom e in generale tutti coloro che si oppongono [purtroppo debolmente e non in armi] al liberalcapitalismo distruttore.
Ma è proprio così?
Questo "accordo", estorto con ricatto, minaccia e violenza dal boia criminale di guerra Marchionne e suoi luridi collegati, è destinato a durare?
Perché il topo di fogna Marchionne continua a studiare ipotesi di chiusura/ cessione dello stabilimento campano, di scorporo e simili?
Quale piano alternativo ha in mente questo razziatore assassino?
Ed anzitutto, perché prepara piani alternativi, come se la sua vittoria bellica dovesse rivelarsi temporanea?
Il porco ha paura?

Eugenio Avati Ostilio
[Ammiratore di Pol Pot e Berija]
23 giugno 2010

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