Dalla galleria dei Santi

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Pura icona rigorosamente in bianco e nero

mercoledì 18 agosto 2010

E' morto Kossiga




Chi come lo scrivente non è un bambinello appena trentenne, o un inutile giovinastro tossico che cazzeggia abbondantemente, fra un raw party e una puntata alle slot machine, si ricorda che negli anni ottanta comparivano sui muri scritte allo spray del tenore: Kossiga boia è ora che tu muoia.
Kossiga, in quel tempo lontano, fu temuto ministro degli interni e poi presidente del consiglio dei ministri.
Democristiano e aristocratico sardo, nobile di toga, cugino del leader comunista Berlinguer e massone, Kossiga appartenne a quella Italia che si avviava ad ampie falcate verso la lunga crisi degli anni novanta, da Tangentopoli al declino etico, economico e sociale permanente.
Ebbene, Francesco Kossiga ... pardon, Cossiga, è finalmente morto dopo una lunga e controversa esistenza da VIP.
Questo ultraottuagenario e incensato "presidente emerito" della ormai sconfessata e cigolante repubblica italiana, ci ha lasciati per sempre, esalando l’ultimo, venefico respiro.
Grandi panegirici, riconoscimenti di meriti, ricordi commossi, da parte delle sedicenti autorità pubbliche e degli esponenti della miseranda politica sistemica, brindisi da parte dell'ex "estrema sinistra" antagonista - oggi interamente venduta a capitalismo, utilitarismo, relativismo e nichilismo vendoliano -, perplessità da parte dei più critici e per il resto ... "nebbie in Val Padana, calmi gli altri mari", come direbbero i compagni cabarettisti Cochi e Renato.
Kossiga fu un cinico dotato di senso dell’umorismo, fu un democristiano non credente [in questo, non certo il solo] e una delle principali fonti di Gossip del celebre sito Dagospia.
Di lui ricordiamo:
1) La restituzione della tessera della DC agli inizi degli anni novanta.
2) Un memorabile duetto televisivo con l’astro nascente del piccolo schermo di allora, un Piero Chiambretti camuffato da postino.
3) Le rivelazioni imbarazzanti per la politica sistemica.
4) Alcune battute esilaranti.
Di lui deploriamo:
1) Il look da tardo impero dC, anzi, DC.
2) Le picconate demolitrici senza una successiva pars construens.
3) Le rivelazioni imbarazzanti per la politica sistemica, della quale faceva parte.
4) Alcune battute esilaranti, ma intrise di cinismo insopportabile.
Kossiga fu veramente un Boia?
Ai postumi l’ardua sentenza.

Eugenio Avati Ostilio
18 agosto 2010

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